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Che ne sarà del libro?

Scritto da Maurizio Brandolini 2 Aprile, 2013

Futuro libri editoria e ebook

Si è conclusa la XV Festa del libro di Orbassano, con la divertentissima gara di Cosplay di domenica 24 marzo. Presente con lo stand del Laboratorio Magellano del Comune di Orbassano (TO) ho potuto vivere appieno la 4 giorni in mezzo ai libri e ne ho approfittato per scambiare un po’ di punti di vista e un po’ di parole con librai, editori e personale sul futuro del libro.

Premessa personale

Sono fra coloro che  hanno abbandonato (non totalmente s’intende) l’acquisto e la lettura di libri cartacei a favore di e-book ed e-book reader. Vivo la Rete giornalmente, leggo tonnellate di post on-line scritti da blogger, copywriter & co. e credo nelle opportunità e nei vantaggi del self-publishing.

Non sono un fanatico però, credo nella tecnologia ma rispetto anche il passato. Sono tuttavia una persona curiosa e il tema mi ha fatto sorgere alcune domande.

Dubbi e domande

Keep Calm and READ A BOOK PosterKeep Calm and READ AN E-BOOK PosterViviamo in un momento storico in cui la società corre, influenzata dalle nuove tecnologie che spingono verso il consumo di apparecchi portatili sempre più maneggevoli e capienti, e l’accelerazione costante condiziona il nostro modo di vivere.

Ultimamente la parola d’ordine è  reinventarsi, (usata molto più che in passato quando i processi di innovazione duravano decenni) e lo si fa a volte solo per “galleggiare” e non scomparire.

Reinventarsi sempre e comunque a tutti i livelli e in tutti i settori: i quotidiani e i giornalisti che devono curare la loro presenza sui social network per non venir soppiantati da Twitter, i politici che iniziano ad affidarsi  alla comunicazione online con risultati più o meno buoni, la tanto bistrattata scuola pubblica che ha scelto la via 2.0 (con conseguenze dirette che già fanno discutere) e infine gli anziani che volenti o nolenti si vedono costretti ad usare internet (e come formatore ne ho un’esperienza diretta di cui prossimamente vi parlerò).

il libro e il settore dell’editoria come se la passano? Sono preparati ad un cambio di passo? Come si leggerà in futuro? Domandine da un milione di dollari naturalmente.

Il punto di vista degli addetti ai lavori (almeno quelli con cui ho potuto confrontarmi)

Partirei da ciò che ha detto Bruno Gambarotta durante l’inaugurazione della manifestazione:  Nel nostro paese forse ci sono più autori che lettori segno che la cultura del libro non è stata soppiantata. Quello che che vive una profonda crisi è l’acquisto e il consumo del libro.

Parlando con editori e librai sono tutti concordi nel riconoscere che c’è una contrazione nella vendita dei libri, soprattutto a causa della crisi economica del nostro Paese. Le famiglie costrette a ridurre le spese risparmiano sull’acquisto di libri e l’editoria ne risente pesantemente. Fin qui (ahimè) nulla di strano, la crisi è comune a molti settori ma per il mondo dei libri le riflessioni che emergono sono soprattutto due:
– da una parte la certezza che libro sopravvivrà sempre e quindi un’atteggiamento ottimista nei confronti del libro come prodotto e come veicolo culturale;
– dall’altra la difficoltà a decifrare il futuro,  l’incapacità di immaginare uno scenario in cui il libro probabilmente non avrà l’importanza che ha avuto fino a qualche tempo fa.

Gli ottimisti sono convinti che i lettori ci saranno sempre, che un determinato tipo di letteratura non potrà essere sostituita dalla tecnologia – come ad esempio i libri per bambini che hanno bisogno di una certa esperienza tattile – e che la cultura è passata, passa e passerà sempre attraverso i libri.

Gli incerti invece hanno capito che il settore ha bisogno di un cambiamento, che a parte alcuni casi letterari “blockbuster” (Geronimo Stilton, Camilleri, Gramellini ecc.) i lettori probabilmente sono diventati una nicchia formata da persone economicamente benestanti e di un buon livello culturale e  che quindi è necessario reinventarsi (ecco che torna la magica parolina) ma non sanno in che modo e cosa riserverà il futuro.

La tecnologia però non spaventa,  nonostante l’importanza data agli e-book, l’impatto sul mercato non è ancora così significativo.

Possibili scenari futuri e una ricetta personale

Bastian la storia infinita

Dal mio punto di vista il libro non scomparirà, alcuni generi (libri scolastici?) accuseranno il colpo così come lo hanno accusato le enciclopedie, alcuni si adatteranno facendo nascere nuovi generi transmediali o microletture agili e veloci, ma la lettura rimarrà una buona pratica e guai se non sarà così.

Le case editrici e le librerie dovranno però avvicinarsi alle persone con iniziative ed eventi che favoriscano l’acquisto e la lettura: presentazioni di autori locali, prezzi competitivi, letture ad alta voce, circoli di lettura. Favorire la circolazione di informazioni e contenuti per avvicianare il lettore all’acquisto e al consumo.

Il tutto cercando di sfruttare le nuove possibilità che offre la rete e la tecnologia, alleata e non competitor. Capita a proposito il dialogo tra Giovanni Scrofani e Fabio Ferri sul rapporto tra il lavoro intellettuale e il mondo digitale.

Qualità e cura della propria identità

Naturalmente non bisogna svendersi e adeguarsi al “nuovo” snaturandosi – il libro deve continuare ad essere un punto di riferimento culturale – non bisogna reinventarsi abbassando il livello di qualità che si offre ma sfruttare il nuovo per favorire il contenuto che viene offerto.  Un buon esempio di riferimento possono essere le radio che oggi offrono contenuti nuovi e si differenziano puntando sulla propria identità e sulla qualità delle trasmissioni, riuscendo a vivere una seconda giovinezza a dispetto di chi le vedeva soccombere sotto i colpi di TV prima e Internet ed Mp3 poi.

Mi piacerebbe approfondire l’argomento con la tua opinione. Lascia un commento e ne parliamo insieme. Che ne pensi? Alla fine che ne sarà del libro?

L'Autore


Maurizio Brandolini

WEB DESIGNER, GRAFICO MULTIMEDIALE Attore del web design, minimalista, perfezionista. “Nulla è lasciato al caso” Segui @mauxweb

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Commenti

  1. Roberta Zanella Aprile 2, 2013

    Caro Maury, complimenti per il bel post.

    Io adoro i libri e ho una doppia vita lavorativa: nel reale e nel digitale.
    La mia azienda si occupava di editoria scolastica, ma è qualche tempo che abbiamo abbandonato questo settore.

    Due riflessioni.
    Da imprenditrice se dovessi tornare ad investire nell’ editoria scolastica mi butterei sugli e-book. Il discorso è vantaggioso per l’assorbimento dei costi e – inutile negarlo – la scuola si sta muovendo in questa direzione da qualche anno. Direzione che è stata imposta non tanto per svecchiare il sistema “istruzione” quanto per venire incontro ai costi delle famiglie – come tu stesso accennavi. D’accordo con te sul discorso riguardante l’editoria per i bambini: quella non cambierà mai, perché l’esperienza tattile e visiva deve rimanere “sana” e genuina.
    Riprendo anche il discorso dei costi: ho a che fare ogni giorno con le tipografie, ho un legatore interno e so quanto costa la “produzione” di un libro. Credo che tutti dovrebbero fare una sana riflessione su questo e adeguarsi al nuovo mercato.

    Da fruitrice, ripeto, io adoro i libri.
    Sono munita di I-Pad, ma non ho mai letto una parola sullo schermo; al limite lo scarico… ma allora lo spreco di carta rimane e quale sarebbe il vantaggio?
    Il fatto che un libro sia pubblicato, mi dà una garanzia di qualità: dietro c’è una casa editrice che valuta la professionalità di un autore, c’è un editor e un correttore di bozze che ne curano sintassi e linee editoriali. Vero è che da qualche anno il mercato librario si è snaturato e si pubblica solo per vendere. Al solito, pagano la qualità e i buoni contenuti. Il libro è diventato un brand: il nome attira il target.
    Scegliere bene e distinguere è sempre più difficile.
    Il gusto, però, non cambia: quello di accarezzare la pagina, girarla, odorarla; quello di chiudere soddisfatti l’ultimo capitolo per riguardare il libro e pensare: “L’ho letto tutto”. E poi c’è la sottile malinconia di aver concluso un viaggio. Un lungo viaggio pieno di emozioni. Non solo. Io adoro anche le librerie. Non c’è nulla di più romantico e affascinante in una stanza.

    Terza considerazione la faccio sulla lettura in generale.
    L’avvento del’e-book ha stravolto il modo di leggere: ci sono i link, i titoli con domande, i sottotitoli, i paragrafi. Si tratta di una lettura “visiva” che va gestita. Il rischio è quello di non avere più un approfondimento “lineare” dall’inizio alla fine, ma di saltare qua e là con lo sguardo in cerca di quello che serve. Invito tutti a fare una riflessione sulla nuova dimensione della lettura. Credo che la scuola dovrebbe educare i ragazzi a leggere sullo schermo in modo profondo.
    Ottimo spunto per un nuovo percorso.

    Quarta considerazione la faccio sul mercato.
    Il valore del libro – si sa – non è paragonabile a quello dell’e-book, mezzo a cui hanno accesso tutti. Ma proprio tutti: bravi, meno bravi, belli e brutti.
    L’abuso del mezzo m’infastidisce e nell’oceano d’informazioni non sempre eccellenti mi perdo. Preferisco un bel giro in libreria.
    D’altro canto i costi minori attirano gente e smuovono il mercato, levando alle case editrici la scelta di chi e cosa pubblicare.
    Credo che – procedendo – il libro sarà sinonimo di “cultura” e “tradizione”, come il vino.
    Si tornerà all’epoca medievale, in cui i “codici” erano veri tesori patrimonio di pochi. Come si fa, d’altra parte, a vedere un dipinto di Raffaello in e-book?
    Mi rifuto e sono patita di libri – costosi – sull’arte. Ne vale la pena osservare quei capolavori su carta? Secondo me assolutamenti sì.
    Quelle che corrono più pericolo – a mio parere e paraddossalmente – sono le edizioni economiche: la guerra con l’e-book è già persa in partenza.

    Si produrranno libri belli, preziosi e costosi.
    Saranno pezzi rari come i dipinti, da apprezzare, toccare e collezionare.
    Ci saranno librerie piene di gioelli.

    E i nostri figli giocheranno con le edizioni economiche.
    😀

    • Maurizio Brandolini Aprile 2, 2013

      Ciao Robi!
      Grazie mille per il commento! Il tuo punto di vista arricchisce a dismisura il mio post, si sente che è un argomento a cui tieni e chi meglio di te poteva tirar fuori tutti questi spunti interessanti che andrebbero approfonditi uno per uno.

      Mi limito a quello che secondo me è il fattore più importante e più nitido: la tua idea di futuro è molto stimolante e figlia di una profonda passione. Il mercato, la cultura, l’educazione dovranno ruotare attorno a questo unico grande fulcro: la passione. Finchè verrà stimolata, coltivata e rimpolpata con tutti i mezzi possibili e immaginabili la lettura e la scrittura sopravviveranno davanti a chicchessia sviluppo tecnologico, crisi finanziaria, culturale o cambio di abitudini.

      Non voglio farne un discorso poetico che esclude fattori esterni, ma a volte basta solo andare a fondo per scoprire che il motore che alimenta un settore non è il rapporto qualità-prezzo o qualsiasi altra forma di vantaggio temporaneo ma la salvaguardia delle emozioni della tua nicchia, e questo è un modello che varrà sempre.

      Grazie ancora per le riflessioni! A presto!

  2. Roberta Zanella Aprile 2, 2013

    P.s. : se fossi una casa editrice punterei sull’estetica del libro, oltre che sul contenuto.

  3. Roberta Zanella Aprile 2, 2013

    Grazie mille a te Maury.
    Miraccomando: diffondi la lettura profonda nel digitale.
    Paraddossalmente quella a strati porta a rimanere in supericie.

    Bacioni

    😀

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